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Ingrid Bergman

Ingrid Bergman e Alfred Hitchcock collaborarono insieme in tre film.

Tra loro nacque una solida amicizia e un rapporto di reciproco rispetto che il grande maestro del brivido non era per nulla solito riservare alle sue attrici.

Sappiamo che Hitch aveva un rapporto particolare con le sue attrici: guai a contraddirlo o a rifiutare qualcuno dei suoi inviti, Hitchcock reagiva malissimo (sono molti gli aneddoti e le testimonianze di attrici che raccontano come lavorare con Hitch fosse difficile a causa della durezza e maleducazione del regista nei loro confronti).

Invece Ingrid Bergman non subì nulla di tutto ciò. Hitchcock la chiamò nel 1945 per farla recitare come protagonista in Io ti salverò e fu amore a prima vista.

Tra i due nacque una profonda amicizia e si instaurò un’ottima alchimia lavorativa, tanto che sir Alfred decide di scritturarla per i due titoli successivi: Notorius (1946) e Il peccato di Lady Considine (1949).

Il peccato di Lady Considine fu l’ultimo titolo al quale i due collaborarono, il meno riuscito e il più bistrattato.

Dopo l’esperienza di Notorius, il maestro non poteva fare altro che richiamare la sua diva, e così fu. I problemi nacquero dal fatto che la Bergman intanto, anche grazie a Hitchcock, era diventata una diva internazionale e il suo stipendio dunque era schizzato alle stelle.

La produzione negò al regista la scelta di averla come attrice principale ma Hitch  non ne volle sapere, era persino disposto a non girare il film se Ingrid non fosse stata la prima attrice.

Con la Bergman Hotch strinse un rapporto unico nel suo genere, un’amicizia insolita ma proprio per questo estremamente affascinante e curiosa.

Contro il pregiudizio del cineasta misogino e spietato, ecco che Ingrid calmò le acque e divenne leggenda.

Ricorda Ingrid Bergman, intervistata da Spoto l’8 maggio 1975:

Era educato, ma se qualcuno lo disturbava sapeva come fare per ottenere il silenzio.
Per farci arrabbiare diceva: “Bene, ora siete arrivati voi attori, il mio divertimento è finito.
Siccome tutto il suo piacere stava nella preparazione, nella scrittura, nel posizionare le macchine da presa, nelle fantasticherie della sua mente, ci considerava degli intrusi nelle sue fantasie.