Non c’è agosto che si rispetti in cui, grazie al tempo libero a disposizione e complice il caldo afoso, non trovi piacevole trascorrere intere giornate a riguardare la filmografia di Hitchcock.

Agosto poi è il mese di nascita di Hitch. Esattamente il 13 agosto del 1989 nasceva a Leytonstone (East End) nella periferia di Londra, quello che sarebbe stato definito in futuro “il maestro del brivido”, Allfred Htchcock. 

Per celebrarlo, facciamo un viaggio alla scoperta dei suoi cameo cinematografici: da Notorious a Intrigo Internazionale, da La donna che visse due volte a Psyco, da Il Caso Paradine a Gli Uccelli, solo per citarne alcuni.

Alcuni sono famosissimi, sicuramente li avrai notato anche tu.

Ma sei sicuro di conoscerli tutti?

 

Hitch cameo

Frenzy. Hitch si confonde nella folla sulle rive del Tamigi

 

Cameo: marchio discreto e indelebile

Quello di apparire nei suoi film era un vezzo che il regista inglese spiegava così al regista francese Truffaut, nel suo celebre libro-intervista:

“Era strettamente funzionale, perché bisognava riempire lo schermo. Più tardi è diventata una superstizione e infine una gag. 

Comunque oggi è una gag abbastanza ingombrante, e per permettere alla gente di vedere il film con tranquillità, mi preoccupo di farmi notare nei primi cinque minuti.”

Questi cameo erano e sono ancora un marchio indelebile dei suoi film: un marchio discreto, veloce e rispettoso dello spettatore.

Le sue apparizioni e le autocitazioni, più che la rivendicazione di un’artista sono, secondo Italo Moscati: 

Un francobollo rubato alla natura stessa del cinema: un timbro per sempre, una scommessa di immortalità.

 

cameo Alfred Hitchcock

Alcuni tra i più significativi cameo: North by Northwest, To Catch a Thief, Family Plot, Vertigo, Torn Curtain, Rear Window, Topaz, Marnie.

 

Cameo: tutte le apparizioni di Hitch

La prima apparizione fu casuale, solo perché si doveva riempire lo schermo: di spalle, nella redazione di un giornale, in The Logder (1926), il suo terzo film.

Ma col tempo, l’apparizione di Hitchcock diventa una superstizione e poi un obbligo. E da Rebecca appare su ogni suo film.

Il regista ha detto a Truffaut:

“Oggi per permettere alla gente di vedere il film in pace mi preoccupo di farmi notare nei primi 5 minuti”.

Per due volte incontra un suo protagonista in una stazione (Il caso Paradine e L’altro uomo).

Spesso attraversa la strada (Il sospetto, davanti a Joan Fontaine, Nodo ala gola, nella prima inquadratura, La congiura degli innocenti).

Altre passeggia sul marciapiede (Murder, Il club dei trentanove, Il prigioniero di Amsterdam, Il signore e la signora Smith, Paura in palcoscenico, La donna che visse due volte”) o si confonde tra la folla (a Marrakeck in L’uomo che sapeva troppo e sulla riva del Tamigi in “Frenzy”).

Una volta ha i baffi (il cowboy che porta la lettera in Sabotatori), una un cappello da texano (davanti all’ufficio di Marion in Psyco), una gabbia di uccelli (seduto sull’autobus di fianco a Cary Grant in Caccia al ladro) e una coppia di fox-terrier uscendo da un negozio (Gli uccelli).

Nei film chiusi in un solo ambiente lo ritroviamo in una foto su un giornale che pubblicizza una dieta dimagrante, nella scialuppa di I prigionieri dell’oceano e in una foto di vecchi compagni di scuola di Ray Milland nell’appartamento di “Il delitto perfetto”.

Altri simpatici cameo sono quelli di L’ombra del dubbio (il giocatore con tredici picche in mano in una partita di bridge su un treno), di Notorius (l’invitato alla festa di Sebastian che beve una coppa di champagne in un sorso), di La finestra sul cortile (l’uomo che ripara la pendola nella casa del musicista).

L’ultima sua comparizione, in Complotto di famiglia, è una firma: solo la sua inconfondibile silhouette nera, dietro il vetro di un ufficio dell’anagrafe (foto di copertina).

 

 

 

Buona visione!

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Sara Soliman
www.aessecommunication.it

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